Editors - Alcatraz |
I numerosi detrattori degli Editors sono pregati di non leggere questo report, ne rimarrano delusi. Infatti, non si sa bene perché, nel web rimbalza una certa insoddisfazione per questa band e la cosa perdura ormai da diversi anni: oh mamma quanto sono ripetitivi (The Back Room), bravi però che monotona la voce di Tom (An End As a Start), oddio oddio hanno abbandonato le chitarre (In This Light and on This Evening), ecco non c'è più Chris e sono diventati commerciali come gli U2, anzi SONO gli U2 (The Weight Of Your Love). Invece non ci dovrebbe essere nulla di male nel cambiare il proprio suono e nel cercare nuove strade. Forse, più che altro, la paura è di vederli diventare dei fossili da stadio come i Muse, ma penso che questo (purtroppo per loro) non succederà.
Ma veniamo al concerto: in apertura i Balthazar alternano momenti di noia dissonante a spunti interessanti, il tutto mentre fuori si scatena un violento nubifragio sulla città...
- Organizzazione: 8 - per una volta la puntualità è stata impeccabile, peccato che l'Alacatraz sia ormai tappezzato di fastidiosi mini-bar sempre illuminati e che fomentano il bla-bla-bla di fondo.
- Ambiente: 6 - potrebbe essere un 9 se non fosse che quando la musica si calma, ci si accorge che è più le gente che sta sparando qualche commento inutile con il suo vicino, piuttosto che quella che ascolta ipnotizzata.
- Luci ed effetti: 5 - da un concerto che costa 28€ non ci si può aspettare chissà quale scenografia, ma qui siamo ai minimi storici. Le luci poste alle spalle dei musicisti risaltano le loro sagome creando l'unico effetto particolare della serata.
- Qualità del suono: 7 - penso che sia stata una scelta artistica, più che una semplice regolazione dei volumi, quella di non evidenziare i loro tipici riff di chitarra (o di sintetizzatore) in modo da rendere tutto l'insieme del concerto più uniforme. Like Treasure è stata troppo appiattita rispetto a questa versione (link).
- Performance: 9 - la sagoma di Tom, stilizzata dal controluce, è immediatamente riconoscibile, le sue movenze sono come sempre uniche e particolari, a volte pure disconnesse dall'andamento della musica. La sua voce è maturata e l'ultimo album lo dimostra, è sicuramente più cantato e più evoluto da quel punto di vista e la cosa non sembra metterlo in difficoltà, nemmeno dal vivo.
Per fare una battuta (facile) bisognerebbe dire che per sostituire Chris Urbanovizck abbiano dovuto prenderne altri 2: i nuovi arrivati rimangono piuttosto timidi sulla sinistra del palco e si destreggiano tra sintetizzatori e chitarre. Russel, invece, sembra essersi sciolto e lo ritroviamo spesso a ridosso della batteria oppure ad incitare il pubblico che a sua volta reagisce alla grande, dimostrando di conoscere già tutti i pezzi nuovi sostituendosi perfettamente ai cori previsti. - Durata, setlist:
9 - quasi 2 ore (inaspettate) di concerto e una scaletta strana, poco lineare complice il penultimo album elettronico. I più attenti avranno anche notato che alcuni brani sono stati
leggermente rivisti per adattarli meglio al live o semplicemente per
noia nel suonarle. Aprono con Sugar e si giocano quasi subito Smokers come a dire che non hanno bisogno del loro capolavoro per creare l'attesa del pezzo successivo.
I contrasti però non fiscnono qui perchè che dopo una tetra In This Light ci piazzano The Phone Book un momento acustico folk molto emozionante che sembra arrivare direttamente da Woodstock.
Questa altalena tra vecchio e nuovo, tra rock, pop ed elettronica è incorniciata dal finale. Ci si può chiedere come mai Papillon messa come ultima. Forse perché è una canzone dance suonata in un locale che di fatto è una discoteca? Non potevano giocarsela prima per far ballare il pubblico?
Nient'affatto, Papillon da pezzo dance dove il chitarrista, all'inizio sembra quasi inutile, anzi forse fa pure finta di suonare, si trasforma e, con un finale quasi metal, travolge tutti.
Inchino di gruppo e tutti a casa. - GLOBALE: 8,5 -
- Sugar
- Someone Says
- Smokers Outside the Hospital Doors
- Bones
- Eat Raw Meat = Blood Drool
- Two Hearted Spider
- You Don't Know Love
- All Sparks
- Formaldehyde
- A Ton of Love
- Like Treasure
- An End Has a Start
- Bullets
- In This Light and on This Evening
- The Phone Book
- Munich
- The Racing Rats
- Honesty
- Bricks and Mortar
- Nothing
- Papillon
1 commento:
Io ero tra quelli ipnotizzati...bravissimi, una delle poche band in grado di rinnovare i propri suoni continuamente!! Globale: un bel 9!!
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