3 novembre 2015

Noel Gallagher / Forum di Assago (esterno) / 6 Luglio 2015


  • Organizzazione: 5 - un non luogo ricavato in un piazzale che sta solo di fianco al famoso forum, i soliti difetti del forum, tribune lontanissime praticamente inutili, location forzata, concerto forzato.
  • Ambiente: 3 - il caldo peggiore di un'estate invivibile, fiacca inevitabile.
  • Luci ed effetti: 3 - il telone nero che fa da sfondo con una grossa scritta in stampatello NGHFB è una cosa che non si fa più nemmeno nelle recite degli asili. Solo questo è in grando di abbattere l'entusiasmo.
  • Qualità del suono: 8
  • Performance: 7 - Noel con la stessa camicia per l'intera giornata, gronda di sudore ed è attaccato dalle zanzare. Performance che non aggiunge niente alla sua storia e a quella degli Oasis.
  • Durata, setlist: 8 - mezzo voto in più solo per Digsy's Dinner.
  • GLOBALE: 7- sarà l'impressione che ci sia poca gente, sarà il clima, ma tutti non aspettano nient'altro che le hit degli Oasis.
SETLIST
  • Shoot a Hole Into the Sun @Tape
  • (Stranded On) The Wrong Beach
  • Everybody's on the Run
  • Lock All the Doors
  • In the Heat of the Moment
  • Fade Away
  • Riverman
  • The Death of You and Me
  • You Know We Can't Go Back
  • Champagne Supernova
  • The Dying of the Light
  • AKA... Broken Arrow
  • Dream On
  • Whatever
  • The Mexican
  • Digsy's Dinner
  • If I Had a Gun
  • The Masterplan
  • AKA... What a Life!
  • Don't Look Back in Anger
SPECIAL GUEST
Omar Pedrini

Placebo / Arena di Verona / 20 maggio 2015

"Il rock è senza regole, però esiste una sole regola: non si può assistere ad un concerto rock da seduti! Alzatevi in piedi!!"
Brian Molko, all'inizio del concerto
  • Organizzazione: 10
  • Ambiente: 9
  • Luci ed effetti: 7
  • Qualità del suono: 9
  • Performance: 9
  • Durata, setlist: 9
  • GLOBALE: 9
SETLIST
  • Pure Morning vs Svefn-g-englar
  • B3
  • For What It's Worth
  • Loud Like Love
  • Every You Every Me
  • Scene of the Crime
  • A Million Little Pieces
  • Black-Eyed
  • Twenty Years
  • Too Many Friends
  • Special Needs
  • One of a Kind
  • Space Monkey
  • Exit Wounds
  • Meds
  • Song to Say Goodbye
  • Special K
  • The Bitter End
  •  
  • Teenage Angst
  • Running Up That Hill
  • Post Blue
  • Infra-red

20 marzo 2015

Kaiser Chiefs / Magazzini Generali - Milano / 15 Ottobre 2014

Non capita spesso di arrivare con molte ore di anticipo sul luogo del concerto (con la scusa di parcheggiare e farsi un giro a Milano) ed incontrare il leader della band che si esibirà quella sera girovagare allegramente in cannottiera, come se nulla fosse, all'esterno del locale. Una battuta con i venditori abusivi di magliette, foto e autografi (con noi) e poi via diretto verso il vicino supermarket. Probabilmente ne approfitta per godersi un po' di vita da sconosciuto, visto che recentemente ha incrementato ulteriormente la sua notorietà per essere stato un brillantissimo giudice di The Voice Uk (vedere per credere).
  • Organizzazione: 9 - un po' di ritardo, ma per il resto tutto secondo i piani. Concerto piccolo = facile gestione.
  • Ambiente: 9 - pochi ma buoni. Il pubblico si esalta all'unisono e non potrebbe essere altrimenti con tali brani così travolgenti ed orecchiabili.
  • Luci ed effetti: 5 - il minimo sindacale.
  • Qualità del suono: 8 - i Magazzini, negli anni, hanno subito qualche limatura e aggiustamento, le enormi casse che piallavano il pubblico in prima fila sono ormai da tempo state spostate in alto, ad "arco", per diffondere meglio il suono.
  • Performance: 10 - sarebbe riduttivo dire che i Kaiser sono Ricky Wilson, ma di fatto è lui, uno dei migliori showman del rock britannico, forse il migliore, ad attirare su di sè tutti gli sguardi. Bisogna proprio impegnarsi per onorare con un'occhiata la presenza degli altri quattro, che da parte loro, sapendo quanto Ricky sia magnetico, non si impegnano più di tanto nel farsi notare. Ottimi musicisti e compositori... ma nulla in confronto ai numeri da circo del frontman: Wilson sembra brillo, ma non può esserlo, è un pazzo cosciente di esserlo, non risparmia una goccia di sudore e il suo è uno spettacolo improvvisato con alle spalle una preparazione da giocogliere e da atleta: su una delle prime canzoni mette al sicuro un obbiettivo di un fotografo perchè sapeva già che lì avrebbe saltato, lancia e maneggia con disinvoltura e precisione i suoi strumenti, l'asta e il microfono sono praticamente sempre in volo.
  • Durata, setlist: 8 - le nuove canzoni sono già dei classici. Peccato per la brevità (16 canzoni) e per l'assenza di Bows&Arrows.
  • GLOBALE: 9,5 - entusiasmo allo stato puro.
SETLIST
  • The Factory Gates
  • Everyday I Love You Less and Less 
  • Everything Is Average Nowadays 
  • Ruffians on Parade 
  • Little Shocks 
  • Never Miss a Beat 
  • Na Na Na Na Naa 
  • My Life
  • Coming Home
  • Modern Way
  • One More Last Song
  • Ruby
  • I Predict a Riot
  • The Angry Mob
  • Misery Company
  • Oh My God

Travis / KKL Luzerner Saal - Lucerna / 25 luglio 2014

Data in Svizzera a sorpresa e rarissima puntata continentale per questo tour. Decidiamo di approfittarne vista la paura viscerale per il volo e per la discreta vicinanza con Milano. Concerto inserito all'interno di un festival dal nome ambiguo "Blue Balls" ma ricco di iniziative di contorno. La location è un centro culturale - congressi - concerti - ultra moderno che si affaccia sulle rive del lago.
  • Organizzazione: 10 - organizzazione svizzera, puntualità svizzera, presentatore pre-concerto svizzero incluso. Ottimo e simpatico il supporto: tale John Smith cantautore country-folk da non perdere di vista.
  • Ambiente: 9 - la sala è enorme in altezza ed ospita una balconata con posti a sedere, il concerto è sold-out, ma fino a pochi minuti dall'inizio del concerto saremo gli unici (italiani) a piantonare la prima fila (stavolta lato Andy). In effetti, sotto, non si riempirà moltissimo, che questi siano gli standard di sicurezza... svizzeri? I posti in alto numerati dal prezzo astronomico sono occupati dai più attempati, la platea rimane la scelta migliore vista la facilità nel raggiungere la pole position. Il coivolgimento in sala, non dovrei nemmeno dirlo, ma si intuisce... poco caloroso. Meglio così, la musica la farà da padrona.
  • Luci ed effetti: 6 - il minimo sindacale.
  • Qualità del suono: 9 - ineccepibile.
  • Performance: 10 - ritrovarsi ad un concerto dei Travis è una piacevole abitudine che ormai ha scandito gli ultimi 10 anni ed è sempre come la prima volta, l'emozione non è scalfita anche se già si conosce, a grandi linee, quel che sarà della serata. Proprio per questo è un evento sospeso nel tempo, immune, o quasi, all'invecchiamento; anche se i rischi ci sono tutti, la barba tipo Babbo-Natale di Fran forse ci fa sentire il peso degli anni anche di più di quelli che in realtà sono, ma la sua voce è indissolubile. Qualche chilo in più su Andy si vede, ma la sua foga rock è sempre folle. Dougie non ha perso il suo classico sorriso permanente più simpatico e ammiccante di Scozia... e Neil? Dal fisico asciutto e in occhiali da sole di scena, opportunamente levati a metà concerto, si dà da fare sullo sfondo della sua batteria.
    Nel dopoconcerto siamo andati sul sicuro, autografi e foto al completo, compreso un super-mega-selfie con Dougie. L'attesa fuori è stata breve, sempre sorridenti, sempre disponibili. Ah... anche qua eravamo pochissimi ad aspettarli.
  • Durata, setlist: 8 - potrebbero suonare all'infinito, manca forse qualche pezzo di nicchia, ma era un festival estivo e hanno trovato il giusto equilibrio tra i grandi classici e il nuovo album.
  • GLOBALE: 10 - tradizione inevitabile.
SETLIST
  • Mother
  • Selfish Jean
  • Moving
  • Love Will Come Through
  • Driftwood
  • Warning Sign
  • Re-Offender
  • Where You Stand
  • My Eyes
  • Reminder
  • Writing to Reach You
  • Side
  • Closer
  • Sing
  • Slide Show
  • Blue Flashing Light
  • Turn
  • Flowers in the Window (Acoustic)
  • Why Does It Always Rain On Me?
FOTO
 

4 agosto 2014

The National / Piazza del Popolo - Vasto / 25 Luglio 2014

Prima edizione del Vasto Siren Festival che riporta, anzi forse porta per la prima volta, in una regione dimenticata e sottovalutata come l'Abruzzo, la musica di qualità. Il main act di questa sera sono i National, indie-rock band di New York, talmente idie da avere un seguito e un successo mostruoso. Una contraddizione? No, semplicemente meritocrazia. La loro fama non è cresciuta da un giorno all'altro e quando il successo è guadagnato con il tempo, è anche più solido, anche in paesi "latini" dove le radio passano decisamente altri generi. Possono così permettersi di trascorrere 10 giorni in Italia, di registrare il soldout praticamente dappertutto e di approfittarne per suonare in alcune location finalmente degne della Storia e del paesaggio italiani, ma degne anche della fruibilità del concerto stesso.
  • Organizzazione: 9,5 - non so cosa ne sarà di questo festival nei prossimi anni, spero solo che manterrà questa atmosfera, questa genuinità tipica della sagra di paese, dove la popolazione partecipa spontaneamente all'iniziativa e ne è entusiasta. Assomiglia per certi versi a Lucca, ma qui l'atmosfera è ancora più intima: i palchi attivi sono 2 o 3, se palchi si possono chiamare, sono piuttosto degli angoli della città, degli scorci valorizzati ulteriormente dalla musica; con il braccialetto si passa da uno stage all'altro, vivendo, nel frattempo, il paese con le sue attività locali. Non c'è bisogno di gazebo, tendoni e volantinaggio selvaggio degli sponsor, non si viene abbandonati in mezzo ad una radura sotto al sole cocente e se hai bisgono di un caffè o un gelato, lo trovi facilmente perchè il bar è a portata di mano non lo devi cercare tra i gli innumerevoli stand tipici delle "praterie" che servono solo birra. Tra i difetti di gioventù da segnalare l'orario troppo tardo: anticipando tutto di almeno 1 ora, alcune cose sarebbero state più semplici, soprattutto per chi arriva da fuori.
  • Ambiente: 9 - Un altro difetto, se così si può chiamare, sta nel fatto che questo clima da festa patronale abbia un po' "rilassato" certa parte di pubblico che si lasciava andare in lunghe chiacchere, un po' fuori luogo, forse molti erano lì per partecipare all'esclusività e alla rarità di questo evento più che per i National. Allo stesso tempo, penso anche alle signore che hanno incredibilmente accettato questa festa e assistito al concerto fino all'una di notte dal loro balconcino, per niente infastidite e premiate, nel finale, da una serenata davvero speciale da parte di Matt Berninger.
  • Luci ed effetti: dal 5 al 10 - il luogo in sè è la scenografia stessa del concerto, affascinante il cortile del palazzo D'avalos, suggestiva la visuale verso la costa dietro al palco situato in Piazza, ma come dicevo prima, se fosse iniziato tutto 1 ora prima, almeno i Drones avrebbero potuto esibirsi con un fondale unico, da mozzafiato. Al calar della notte, si intravedeva solo qualche luce cittadina. Inoltre, per dare più importanza alla scena, io avrei spento le luci del bar vicino al palco, sinceramente troppe e troppo intense.
  • Qualità del suono: 9 - incredibilmente buona, senza riverberi particolari, soprattutto in un ambiente difficile come il cortile del palazzo dove si sono esibiti i Soft Moon.
  • Performance: 9 - ma veniamo al concerto vero e proprio. Dopo averli mancati in diverse occasioni riesco finalmente a colmare questa mia grossa lacuna: tutto come me l'aspettavo, sono dei veri musicisti perfezionisti dai suoni puri, puliti, precisi. La simmetria del palco con i 2 gemelli sulle fasce è perfetta, Matt al centro attira inevitabilmente gli sguardi, è il personaggio assorto e addolorato che interpreta le sue canzoni, ma allo stesso tempo sembra sereno... L'abbraccio della piazza probabilmente colpisce anche loro. Sui bis, l'omaggio di Matt: cantando nel suo microfono dai 30 metri di cavo, scende dal palco, entra nel bar, esce dalla parte opposta salendo sul bancone delle birre... straordinaria e assurda scelta che ce li fa apprezzare ancora di più. Non pago di questa escursione, si rituffa dalla parte opposta ma qui invece viene tentacolato dalla folla e il suo rientro è più difficile. Questo finale rende incredibilmente speciale questa serata.
  • Durata, setlist: 7 - non si può dare voto altissimo perchè il set normale della band va oltre le 2 ore, ma forse è meglio così, la stanchezza comincia a farsi sentire. L'ultimo album ci ha regalato perle di un'ispirazione davvero rara per essere il sesto.
  • GLOBALE: 9,5 - "Oh... Nino! è andata alla grande!" dice un signore sulla 70ina ad un suo coetaneo alla fine del concerto in una delle piccole vie adiacenti la piazza.
SETLIST
  • Don't Swallow the Cap
  • I Should Live in Salt
  • Bloodbuzz Ohio
  • Sea of Love
  • Sorrow
  • Afraid of Everyone
  • Squalor Victoria
  • I Need My Girl
  • This Is the Last Time
  • The Geese of Beverly Road
  • Abel
  • Slow Show
  • Pink Rabbits
  • England
  • Graceless
  • Fake Empire
  • Wasp Nest 
  • Mr. November 
  • Terrible Love
  • Vanderlyle Crybaby Geeks

24 giugno 2014

Arcade Fire / Rock in Roma / 23 giugno 2014

  • Organizzazione: 7,5 - nonostante il caos che caratterizza tutta la Capitale, qua sembra tutto tranquillo, a parte il solito assurdo, lunghissimo percorso che gli spettatori devono affrontare sia in ingresso, che anche in uscita. Basterebbe aprire anche i cancelli vicini al palco, perlomeno alla fine del concerto.
  • Ambiente: 8 - pubblico composto ed abbstanza sobrio.
  • Luci ed effetti: 7 - mi aspettavo di più di qualche specchio esagonale comprato all'Ikea.
    I coriandoli (sparati sulle note di Here Comes The Night Time) creano sempre una certa emozione, soprattutto quando ci si trova nel bel mezzo.
  • Qualità del suono: 9
  • Performance: 8 - voto alto, esibizione elegante, ricercata, ma più pacata rispetto al solito. La penisola sotto al palco ha aggiunto una dimensione al palco. Sulla passerella l'esibizione di una luccicante Régine sulle note di It's Never Over.
    Will non ha combinato niente di particolare questa volta. Assente Marika la violinista, rientra Owen Pallet.
  • Durata, setlist: 7 - Neon Bible continua ed essere ripreso, purtroppo, solo nei suoi cavalli di battaglia. My Body Is A Cage fatta in versione minimalista fa lo stesso effetto di Talk (Coldplay) in versione techno. Da dimenticare.
  • GLOBALE: 8,5
SETLIST
  • Normal Person
  • Reflektor
  • Flashbulb Eyes
  • Neighborhood #3 (Power Out)
  • Rebellion (Lies)
  • Joan of Arc
  • Month of May
  • The Suburbs - The Suburbs (Continued)
  • Ready to Start
  • Neighborhood #2 (Laika)
  • No Cars Go
  • We Exist
  • Afterlife (My Body Is a Cage intro)
  • It's Never Over (Oh Orpheus)
  • Sprawl II (Mountains Beyond Mountains) ('Damian Taylor Remix' intro)
  • Encore: Pie Jesu (played over PA, la caricatura del Papa sale sul palco)
  • Here Comes the Night Time
  • Keep the Car Running
  • Wake Up

1 aprile 2014

Depeche Mode / Forum di Assago / 20 Febbraio 2014

Depeche Mode - Assago
Fin da subito, dopo un gran concerto a San Siro a cui assistetti qualche anno fa, sentivo la necessità di rivedere i Depeche Mode in un ambiente un po' più intimo, perchè sicuramente la resa sarebbe stata diversa. Per fortuna loro sono tra le grandi band che dopo i tour negli stadi rifanno il giro nei palazzetti e la cosa non è di poco conto, se pensiamo che per vedere i Coldplay ormai bisogna sudarsi un intero pomeriggio estivo in qualche luogo in cui sei abbandonato a decine di metri dal palco e dove l'emozione nasce solo per il mega contorno che ti circonda, non certo per il contatto con i propri idoli.
  • Organizzazione: 8 - puntualità e buon gruppo di apertura.
  • Ambiente: 8 - l'età media è abbastanza alta, di conseguenza diminuiscono i momenti di stress causati da teste matte. Purtroppo anche in tribuna si è constretti a stare in piedi nel 90% del tempo, ma, a volte, è inevitabile alzarsi, la musica ti trascina verso l'alto.
  • Luci ed effetti: 9 - due megaschermi laterali e uno centrale leggermente scomposto in modo da lasciare intuire i famosi (geniali dal punto di vista del design) 3 triangoli che compongono il  logo DM. Le immagini proiettate riprendono alcune scene in diretta dal palco, immagini astratte, spezzoni di video... particolare l'esibizione di Precius (una delle mie preferite) accompagnata da immagini di cani astutamente e ruffianamente piazzati per commuovere.
  • Qualità del suono: 9 - ben valorizzati gli effetti, alcuni assoli hanno però infastidito in certi momenti, troppo sovrastanti tutto il resto.
  • Performance: 9 - Dave Gahan immenso, un fisico asciutto e instancabile, Martin Gore amplia i suoi spazi acustici rimanendo sul palco quasi da solo nei momenti di decelerazione.
  • Durata, setlist: 7 - 2 ore di concerto, ripercorsi tanti successi (la sola Enjoy The Silence vale una vita come canzone perfetta), ma si poteva fare qualcosa di più... Sounds Of Universe inspiegabilmente totalmente ignorato .
  • GLOBALE: 9 
SETLIST
  • Welcome to My World 
  • Angel 
  • Walking in My Shoes 
  • Precious 
  • Black Celebration 
  • In Your Room ('Zephyr Mix' version) 
  • Policy of Truth 
  • Slow (Acoustic; Sung by Martin) 
  • Blue Dress (Acoustic) 
  • Heaven 
  • Behind the Wheel 
  • A Pain That I'm Used To
  • A Question of Time 
  • Enjoy the Silence 
  • Personal Jesus
  • Happy Birthday (Peter Gordeno's Birthday) 
  • Shake the Disease (Acoustic; Sung by Martin) 
  • Halo ('Goldfrapp Remix' version) 
  • Just Can't Get Enough 
  • I Feel You 
  • Never Let Me Down Again

16 gennaio 2014

Glasvegas / Magazzini Generali - Milano / 29 Novembre 2013

La prima neve dell'inverno caduta in giornata ha portato un po' di preoccupazione a chi sapeva già di arrivare un po' prima dell'apertura dei cancelli, in realtà tutto si è risolto con una molto più tranquilla attesa gelida, ma asciutta.
  • Organizzazione: 8 - ai Magazzini si sono dati da fare ultimamente, la precisione negli orari permette al concerto di avere il suo comodo spazio prima della serata disco. Tant'è che i Glasvegas hanno suonato un pezzo in più rispetto al previsto...
  • Ambiente: 8 - tipica serata prevedibile in ogni suo contorno. Il fatto che sia sabato aiuta il locale a riempirsi.
  • Luci ed effetti: 7 - essenziali, ma anche qui c'è stato del rinnovamento con un nuovo set di luci led e 2 teli per proiezioni video sullo sfondo; a volte sfruttati dalla band, a volte spenti.
  • Qualità del suono: 7 - il restyling dei Magazzini ha conivolto anche l'impianto audio e tutta la sistemazione della prima fila. Come inevitabilmente subìto anche nei precedenti concerti della band scozzese, i volumi sono possenti e i timpani sono rimasti sotto shock per 3 giorni.
  • Performance: 9 - terzo concerto, terza prima fila, da qui, nell'arco di questi 5 anni, noto tutti quei piccoli cambiamenti che hanno portato i Glasvegas ad una maturazione completa: Rab ha perso molti chili dall'ultima volta, e ora non beve più birra, Jonna è talmente disinvolta che non si capisce se stia ballando o suonando, Paul sempre rifugiato nell'angolo destro... e infine James, dalla voce lamentosa, ma potente, è tornato ad imbracciare la chitarra su quasi tutti i pezzi, è vero, forse si dedica meno al pubblico, niente più baciamano alla prima fila, niente pogo selvaggio tra la gente... James ora cerca più il dialogo; ne nascono così simpatiche scenette tradotte dalla voce fuori campo di Andrea al mixer, ma ne guadagna anche il suono,  uno strumento in più completa il set.
  • Durata, setlist: 9 - 17 pezzi, tanti successi emozionanti, nessun calo di tensione. Il concerto è un viaggio senza meta e senza pause.
  • GLOBALE: 9 - dei veri professionisti... ahimè sottovalutati
SETLIST
  • Later...When the TV Turns to Static 
  • Youngblood 
  • It's My Own Cheating Heart That Makes Me Cry 
  • Euphoria, Take My Hand 
  • I Feel Wrong (Homosexuality Pt. 1) 
  • If 
  • Secret Truth 
  • The World Is Yours 
  • Dream Dream Dreaming 
  • Lonesome Swan 
  • Geraldine 
  • Ice Cream Van 
  • Go Square Go
  • Flowers & Football Tops [James solo] 
  • I'd Rather Be Dead (Than Be With You) 
  • Daddy's Gone 
  • Lots Sometimes

15 ottobre 2013

Editors / Alcatraz - Milano / 10 ottobre 2013

Editors - Alcatraz
I numerosi detrattori degli Editors sono pregati di non leggere questo report, ne rimarrano delusi. Infatti, non si sa bene perché, nel web rimbalza una certa insoddisfazione per questa band e la cosa perdura ormai da diversi anni: oh mamma quanto sono ripetitivi (The Back Room), bravi però che monotona la voce di Tom (An End As a Start), oddio oddio hanno abbandonato le chitarre (In This Light and on This Evening), ecco non c'è più Chris e sono diventati commerciali come gli U2, anzi SONO gli U2 (The Weight Of Your Love). Invece non ci dovrebbe essere nulla di male nel cambiare il proprio suono e nel cercare nuove strade. Forse, più che altro, la paura è di vederli diventare dei fossili da stadio come i Muse, ma penso che questo (purtroppo per loro) non succederà.
Ma veniamo al concerto: in apertura i Balthazar alternano momenti di noia dissonante a spunti interessanti, il tutto mentre fuori si scatena un violento nubifragio sulla città...
  • Organizzazione: 8 - per una volta la puntualità è stata impeccabile, peccato che l'Alacatraz sia ormai tappezzato di fastidiosi mini-bar sempre illuminati e che fomentano il bla-bla-bla di fondo.
  • Ambiente: 6 - potrebbe essere un 9 se non fosse che quando la musica si calma, ci si accorge che è più le gente che sta sparando qualche commento inutile con il suo vicino, piuttosto che quella che ascolta ipnotizzata.
  • Luci ed effetti: 5 - da un concerto che costa 28€ non ci si può aspettare chissà quale scenografia, ma qui siamo ai minimi storici. Le luci poste alle spalle dei musicisti risaltano le loro sagome creando l'unico effetto particolare della serata.
  • Qualità del suono: 7 - penso che sia stata una scelta artistica, più che una semplice regolazione dei volumi, quella di non evidenziare i loro tipici riff di chitarra (o di sintetizzatore) in modo da rendere tutto l'insieme del concerto più uniforme. Like Treasure è stata troppo appiattita rispetto a questa versione (link).
  • Performance: 9 - la sagoma di Tom, stilizzata dal controluce, è immediatamente riconoscibile, le sue movenze sono come sempre uniche e particolari, a volte pure disconnesse dall'andamento della musica. La sua voce è maturata e l'ultimo album lo dimostra, è sicuramente più cantato e più evoluto da quel punto di vista e la cosa non sembra metterlo in difficoltà, nemmeno dal vivo.
    Per fare una battuta (facile) bisognerebbe dire che per sostituire Chris Urbanovizck abbiano dovuto prenderne altri 2: i nuovi arrivati rimangono piuttosto timidi sulla sinistra del palco e si destreggiano tra sintetizzatori e chitarre. Russel, invece, sembra essersi sciolto e lo ritroviamo spesso a ridosso della batteria oppure ad incitare il pubblico che a sua volta reagisce alla grande, dimostrando di conoscere già tutti i pezzi nuovi sostituendosi perfettamente ai cori previsti.
  • Durata, setlist: 9 - quasi 2 ore (inaspettate) di concerto e una scaletta strana, poco lineare complice il penultimo album elettronico. I più attenti avranno anche notato che alcuni brani sono stati leggermente rivisti per adattarli meglio al live o semplicemente per noia nel suonarle. Aprono con Sugar e si giocano quasi subito Smokers come a dire che non hanno bisogno del loro capolavoro per creare l'attesa del pezzo successivo.
    I contrasti però non fiscnono qui perchè che dopo una tetra In This Light ci piazzano The Phone Book un momento acustico folk molto emozionante che sembra arrivare direttamente da Woodstock.
    Questa altalena tra vecchio e nuovo, tra rock, pop ed elettronica è incorniciata dal finale. Ci si può chiedere come mai Papillon messa come ultima. Forse perché è una canzone dance suonata in un locale che di fatto è una discoteca? Non potevano giocarsela prima per far ballare il pubblico?
    Nient'affatto, Papillon da pezzo dance dove il chitarrista, all'inizio sembra quasi inutile, anzi forse fa pure finta di suonare, si trasforma e, con un finale quasi metal, travolge tutti.
    Inchino di gruppo e tutti a casa.
  • GLOBALE: 8,5 -  
SETLIST
  • Sugar 
  • Someone Says 
  • Smokers Outside the Hospital Doors 
  • Bones 
  • Eat Raw Meat = Blood Drool 
  • Two Hearted Spider 
  • You Don't Know Love 
  • All Sparks 
  • Formaldehyde 
  • A Ton of Love 
  • Like Treasure 
  • An End Has a Start 
  • Bullets 
  • In This Light and on This Evening 
  • The Phone Book
  • Munich 
  • The Racing Rats 
  • Honesty
  • Bricks and Mortar 
  • Nothing
  • Papillon