20 marzo 2015

Kaiser Chiefs / Magazzini Generali - Milano / 15 Ottobre 2014

Non capita spesso di arrivare con molte ore di anticipo sul luogo del concerto (con la scusa di parcheggiare e farsi un giro a Milano) ed incontrare il leader della band che si esibirà quella sera girovagare allegramente in cannottiera, come se nulla fosse, all'esterno del locale. Una battuta con i venditori abusivi di magliette, foto e autografi (con noi) e poi via diretto verso il vicino supermarket. Probabilmente ne approfitta per godersi un po' di vita da sconosciuto, visto che recentemente ha incrementato ulteriormente la sua notorietà per essere stato un brillantissimo giudice di The Voice Uk (vedere per credere).
  • Organizzazione: 9 - un po' di ritardo, ma per il resto tutto secondo i piani. Concerto piccolo = facile gestione.
  • Ambiente: 9 - pochi ma buoni. Il pubblico si esalta all'unisono e non potrebbe essere altrimenti con tali brani così travolgenti ed orecchiabili.
  • Luci ed effetti: 5 - il minimo sindacale.
  • Qualità del suono: 8 - i Magazzini, negli anni, hanno subito qualche limatura e aggiustamento, le enormi casse che piallavano il pubblico in prima fila sono ormai da tempo state spostate in alto, ad "arco", per diffondere meglio il suono.
  • Performance: 10 - sarebbe riduttivo dire che i Kaiser sono Ricky Wilson, ma di fatto è lui, uno dei migliori showman del rock britannico, forse il migliore, ad attirare su di sè tutti gli sguardi. Bisogna proprio impegnarsi per onorare con un'occhiata la presenza degli altri quattro, che da parte loro, sapendo quanto Ricky sia magnetico, non si impegnano più di tanto nel farsi notare. Ottimi musicisti e compositori... ma nulla in confronto ai numeri da circo del frontman: Wilson sembra brillo, ma non può esserlo, è un pazzo cosciente di esserlo, non risparmia una goccia di sudore e il suo è uno spettacolo improvvisato con alle spalle una preparazione da giocogliere e da atleta: su una delle prime canzoni mette al sicuro un obbiettivo di un fotografo perchè sapeva già che lì avrebbe saltato, lancia e maneggia con disinvoltura e precisione i suoi strumenti, l'asta e il microfono sono praticamente sempre in volo.
  • Durata, setlist: 8 - le nuove canzoni sono già dei classici. Peccato per la brevità (16 canzoni) e per l'assenza di Bows&Arrows.
  • GLOBALE: 9,5 - entusiasmo allo stato puro.
SETLIST
  • The Factory Gates
  • Everyday I Love You Less and Less 
  • Everything Is Average Nowadays 
  • Ruffians on Parade 
  • Little Shocks 
  • Never Miss a Beat 
  • Na Na Na Na Naa 
  • My Life
  • Coming Home
  • Modern Way
  • One More Last Song
  • Ruby
  • I Predict a Riot
  • The Angry Mob
  • Misery Company
  • Oh My God

Travis / KKL Luzerner Saal - Lucerna / 25 luglio 2014

Data in Svizzera a sorpresa e rarissima puntata continentale per questo tour. Decidiamo di approfittarne vista la paura viscerale per il volo e per la discreta vicinanza con Milano. Concerto inserito all'interno di un festival dal nome ambiguo "Blue Balls" ma ricco di iniziative di contorno. La location è un centro culturale - congressi - concerti - ultra moderno che si affaccia sulle rive del lago.
  • Organizzazione: 10 - organizzazione svizzera, puntualità svizzera, presentatore pre-concerto svizzero incluso. Ottimo e simpatico il supporto: tale John Smith cantautore country-folk da non perdere di vista.
  • Ambiente: 9 - la sala è enorme in altezza ed ospita una balconata con posti a sedere, il concerto è sold-out, ma fino a pochi minuti dall'inizio del concerto saremo gli unici (italiani) a piantonare la prima fila (stavolta lato Andy). In effetti, sotto, non si riempirà moltissimo, che questi siano gli standard di sicurezza... svizzeri? I posti in alto numerati dal prezzo astronomico sono occupati dai più attempati, la platea rimane la scelta migliore vista la facilità nel raggiungere la pole position. Il coivolgimento in sala, non dovrei nemmeno dirlo, ma si intuisce... poco caloroso. Meglio così, la musica la farà da padrona.
  • Luci ed effetti: 6 - il minimo sindacale.
  • Qualità del suono: 9 - ineccepibile.
  • Performance: 10 - ritrovarsi ad un concerto dei Travis è una piacevole abitudine che ormai ha scandito gli ultimi 10 anni ed è sempre come la prima volta, l'emozione non è scalfita anche se già si conosce, a grandi linee, quel che sarà della serata. Proprio per questo è un evento sospeso nel tempo, immune, o quasi, all'invecchiamento; anche se i rischi ci sono tutti, la barba tipo Babbo-Natale di Fran forse ci fa sentire il peso degli anni anche di più di quelli che in realtà sono, ma la sua voce è indissolubile. Qualche chilo in più su Andy si vede, ma la sua foga rock è sempre folle. Dougie non ha perso il suo classico sorriso permanente più simpatico e ammiccante di Scozia... e Neil? Dal fisico asciutto e in occhiali da sole di scena, opportunamente levati a metà concerto, si dà da fare sullo sfondo della sua batteria.
    Nel dopoconcerto siamo andati sul sicuro, autografi e foto al completo, compreso un super-mega-selfie con Dougie. L'attesa fuori è stata breve, sempre sorridenti, sempre disponibili. Ah... anche qua eravamo pochissimi ad aspettarli.
  • Durata, setlist: 8 - potrebbero suonare all'infinito, manca forse qualche pezzo di nicchia, ma era un festival estivo e hanno trovato il giusto equilibrio tra i grandi classici e il nuovo album.
  • GLOBALE: 10 - tradizione inevitabile.
SETLIST
  • Mother
  • Selfish Jean
  • Moving
  • Love Will Come Through
  • Driftwood
  • Warning Sign
  • Re-Offender
  • Where You Stand
  • My Eyes
  • Reminder
  • Writing to Reach You
  • Side
  • Closer
  • Sing
  • Slide Show
  • Blue Flashing Light
  • Turn
  • Flowers in the Window (Acoustic)
  • Why Does It Always Rain On Me?
FOTO