19 marzo 2011

Beady Eye / Alcatraz - Milano / 16 Marzo 2011

Beady Eye - Alcatraz
Grande attesa per questo evento che ha mandato sold-out l'Alcatraz già diverse settimane prima del concerto, grazie ad una promozione intensa: Liam e soci sono stati intervistati praticamente da tutte le radio nazionali, senza parlare di giornali, riviste e televisioni; forse avevano paura di una certa disaffezione o disorientamento per il cambio di nome della band.
  • Qualità del suono: 7 - cominciando dagli aspetti tecnici l'audio era buono ma non eccelso. Liam non è facile da gestire e la sua voce, rispetto ad altre volte, era ben distinta.
  • Luci ed effetti: 7 - riflettori posteriori e immagini proiettate sullo sfondo. Purtroppo queste immagini erano statiche: semplici pseudo copertine per quasi ogni canzone. Buone le luci in perfetta sincronia con la musica.
  • Organizzazione: 6 - diciamo che sono stati puntuali, ma non mi è piaciuta la gestione degli ombrelli, per cui all'ingresso se ne è accumulata una montagna, ritrova poi il tuo all'uscita se sei capace. Il guardaroba in sala transennato e separato dalla platea ha creato non pochi problemi alla folla in uscita.
  • Ambiente: 6 - locale caldo e soffocante a tratti. Pubblico esaltato ma non troppo, si è visto di peggio all'Alcatraz. I Beady Eye, comunque, sono stati capaci di richiamare sia vecchi britpoppiani che nuovi fan (tra il pubblico molti ventenni più che trentenni). 
  • Simpatia 7 - Liam è Liam, ma gli Oasis sono altra cosa. Agli Oasis bastavano canzoni  pregevoli e l'unicità dei personaggi; i Beady Eye necessitano di quel qualcosa in più che non c'è. Ho apprezzato le scuse di Liam per il pacco che ci hanno tirato 2 anni fa rifilandoci i Deep Purple. Ed è stato pure apprezzabile il suo mantello tricolore proprio alla vigilia del nostro compleanno.
  • Capacità esecutive: 7,5 - quando sale la nostalgia con lo sguardo si va a cercare il fratello maggiore sulla destra, ma al suo posto c'è Gem che sembra l'unico a darsi un po' da fare. Ora, senza Noel, sia Gem che uno svogliato Andy devono fare le contro voci per sostenere, come sappiamo, la voce un po' precaria di Liam, il quale, bisogna ammettere, ha retto bene anche canzoni leggermente fuori dalle sue corde. Il giovane bassista dalla pettinatura improbabile è chiaramente un manichino dell'OVS, sembra terrorizzato. Deluso da Chris, il batterista, che, a differenza di altre volte, sembra un po' giocare facile e si risparmia sull'assolo finale di The Morning Son.
  • Durata, setlist: 5 - non ci siamo. Volete affermare la vostra identità? Benissimo. Una carriera gloriosa per ogni componente non basta? No. Risultato: 1 ora scarsa di concerto. Solamente un bis. E' assurdo rinnegare gli Oasis, suonate qualcosa di vostro, evitate i pezzi di Noel, ma qualcosa andava fatto. Persino i White Lies o anche i Glasvegas al loro primo tour hanno suonato di più!
    Nonostante tutto, le nuove canzoni hanno un loro perchè: la conferma è che, nonostante sembri la sigla di un cartone animato anni 80, The Beat Goes On è la miglior sorpresa dell'album; oltre a questa i pezzi più lenti sono comunque quelli che riservano più emozioni (Kill For A Dream, For Anyone). Da segnalare anche la potenza di Standing On The Edge Of Noise. Bisogna ammettere, però, che il lato più rock si basa su banali giri di blues che ormai annoiano. Alcuni pezzi passano in fretta nel dimenticatoio. 
  • GLOBALE: 7,5 - buona prova del fratellino minore, che riesce a staccarsi dall'ombra di The Chief senza troppi traumi e con orgoglio porta avanti la sua band. Chissà se un giorno li rivedremo insieme. E' probabile. Stasera la curiosità ha attirato parecchio pubblico, ma non penso che tra qualche mese possano riempire il Forum di Assago.


SETLIST
  • Four Letter Word
  • Beatles And Stones
  • Millionaire
  • For Anyone
  • The Roller
  • Wind Up Dream
  • Bring The Light
  • Standing On The Edge Of The Noise
  • Kill For A Dream
  • Three Ring Circus
  • The Beat Goes On
  • Man Of Misery
  • The Morning Sun

  • Sons Of The Stage

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